A tavola con gli Antichi Romani
Sicuramente in un mercato antico non avremmo trovato patate, pomodori, cioccolato e caffè: la scoperta dell’America e di questi alimenti sarebbe avvenuta parecchio tempo dopo.
Forse i Romani avrebbero apprezzato il sapore di questi cibi o le bevande di cioccolata, peperoncino e altre spezie usate in America Centrale. Perché quello che sappiamo di sicuro è che i Romani gradivano la cucina speziata e agrodolce.
Una cucina fusion tra i sapori mediterranei e le spezie orientali, forse un fenomeno simile al fusion orientaleggiante oggi tanto in voga. E anche all’epoca era il frutto di una globalizzazione di consumi.
Infatti, a partire dalle prime conquiste – tra III e II secolo a.C. – dalla Grecia e dall’Asia arrivano cuochi e nuovi sapori. La dieta romana, originariamente molto austera e basata principalmente su legumi e cereali, si arricchisce di carne, vino, olio e pane.
E si, perché prima i romani al posto del pane mangiavano la puls, una sorta di polenta di farina di orzo e farro.
E dopo 2000 anni un cuoco ha filmato per il British Museum come preparare il pane degli Antichi Romani!
A questi alimenti si aggiungono naturalmente le spezie (anche se costose) principalmente pepe, cumino, coriandolo, e poi il principe dei condimenti: il famoso garum.
Al solo menzionarlo molti già si tappano il naso pensando che puzzasse e che fosse disgustoso, perché il garum è una salsa a base di pesce o delle sue interiora, fatte macerare nel sale con erbe e spezie. Il suo uso potrebbe essere paragonato a quello della salsa di soia in Oriente. Era talmente comune il suo impiego, che numerose navi attraversavano il Mediterraneo con il suo carico e sappiamo che rimase in uso almeno fino al X secolo d. C. .
Ci sono numerose ricette trascritte dai romani. La raccolta più famosa è il De re coquinaria del gastronomo Apicio (vissuto nel I sec. d.C. nel periodo augusteo) o la descrizione letteraria della cena di Trimalcione, scritta nel Satyricon di Petronio. In questi casi si tratta di ricette elaborate per i palati più raffinati e facoltosi, non sono di certo i pasti quotidiani dei poveri.
Infatti, la mensa più semplice degli Antichi Romani comprendeva: le verdure dell’orto come porri, cipolle, rape, aglio, insalata, tuberi e bulbi commestibili, consumati cotti o crudi. Poi zuppe di cereali e legumi, uova, formaggio, olive, frutta fresca e secca.
Per la carne la più comune era quella di maiale o meglio una scrofa grassa, di cui si prediligevano mammelle e vulva, mentre i salami e i prosciutti di maiale arrivavano dalla Gallia.
Tra le carni più prelibate c’era quella del ghiro, che poverino veniva allevato nei gliraria, dei vasi bucati in cui veniva alimentato e custodito fino alla crescita.
E poi, che si creda o meno, sono stati trovati anche resti archeologici di fenicotteri o giraffe!
Amavano sicuramente anche il fegato, dal momento che la parola in latino – ficātum – significa ingrassato con i fichi!
Altri nomi di alimenti oggi molto comuni provengono dall’alimentazione degli Antichi Romani: i pesci orata e murena, ad esempio, si chiamano così in onore di Sergio Orata e Licinio Murena che li allevavano lungo il litorale del golfo di Napoli.
Siamo inoltre fortunati perchè conosciamo anche il prezzario. L’Editto di Diocleziano, del 301 d.C., fissava il tetto massimo dei prezzi delle merci che circolavano e dei salari.
La carne di pollo costava più di tutte le altre carni e anche del pesce; il frumento veniva quasi il doppio dell’orzo. Il pepe (importantissimo per la conservazione della carne), lo zenzero secco e il prezzemolo costavano più di ogni altra merce, quattro volte tanto un mese di lezioni di oratoria ed eloquenza.
Per dare un’occhiata ai prezzi guardate qui:
Editto Diocleziano prezziario 2 Editto Diocleziano prezziario
In occasione dell’EXPO di Milano sul tema dell’alimentazione a Roma nell’area espositiva dell’Ara Pacis è ancora in corso la mostra Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei. Un’occasione per poter vedere dal vero i resti degli alimenti presenti sulla tavola degli Antichi Romani e capire meglio come era organizzato il commercio e la distribuzione delle merci che arrivavano a Roma.
Per approfondire:
Alez Revelli Sorini – Susanna Cutini , Tacuinum SPQR. A tavola nella Roma imperiale, ali&noeditore, Perugia 2008
Dal sito del MIBACT: http://bit.ly/1OpiLYO