Non è un caso si dica che tutte le strade portano a Roma: erano numerose e ben costruite.
La Via Appia Antica è un lungo rettifilo che collega Roma a Brindisi ed è stata realizzata a partire dal 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco.
Sin dall’antichità la via è ricordata come “insignis”, “nobilissima”, “regina viarum”, sia per la modernità del tracciato sia perché collegava le regioni più ricche del mondo antico, prima la Campania, poi il Sannio e la Puglia, da cui ci si imbarcava per raggiungere l’Asia.
L’Appia fu frequentata per secoli e alcune delle famiglie più in vista della città la scelsero come luogo di sepoltura o villeggiatura: vi sono, ad esempio, il Sepolcro degli Scipioni, la villa dell’imperatore Massenzio con il celebre circo e la tomba di Romolo, figlio dell’imperatore.
La tomba di Cecilia Metella è una delle più grandi e meglio conservate perché divenne parte del castello della famiglia Caetani. Nei sotterranei del castello è ancora possibile vedere la colata lavica che ha creato il basalto usato per foderare la strada. Questa porzione di Appia viene denominata Capo di Bove, ne scopriremo le ragioni visitando l’area archeologica omonima.
Appuntamento all’ingresso dell’area archeologica Capo di Bove, in Via Appia Antica 222.
Durata: 2 h
Ingresso gratuito fino al 13 settembre 2020.
Costo della visita: 12€ compresi gli auricolari.