Nella chiesa di rione Monti, dove sono custodite le reliquie delle catene di San Pietro, è conservato uno dei capolavori del Rinascimento italiano: la tomba che Michelangelo doveva realizzare per papa Giulio II in Vaticano.
Quando nel 1505 il mausoleo gli fu commissionato, Michelangelo trascorse otto mesi a Carrara alla ricerca di blocchi di marmo perfetti, ma, al suo ritorno, papa Giulio II era interessato solo al rifacimento di S. Pietro e il progetto venne temporaneamente accantonato.
Dopo la morte di Giulio II, nel 1513, il progetto fu ridimensionato e il monumento funebre trasferito nella chiesa di S. Pietro in Vincoli. Quando Michelangelo riprese il lavoro alla tomba, dopo aver eseguito gli affreschi della Sistina, completò solo il Mosè ed i cosiddetti Prigioni, oggi a Firenze e al Louvre, prima che papa Paolo III lo convinse a tornare nella Cappella Sistina per lavorare al “Giudizio Universale”.
Il Mausoleo di Giulio II fu così terminato dagli allievi di Michelangelo e consiste in una semplice facciata con sei nicchie per le statue, mentre il progetto originario prevedeva una tomba con ben 40 statue.
Mosè ha lo sguardo accigliato e fiero, siede solennemente con le Tavole della Legge in mano. Su un ginocchio una lieve linea di frattura ha generato la famosa leggenda di Michelangelo che avrebbe colpito la statua in quel punto gridando: “Perché non parli?”.
Da qualche mese il gruppo scultoreo della tomba è stato restaurato e fornito di un nuovo sistema di illuminazione, che restituisce le condizioni di luce originarie in cui la tomba venne realizzata nel XVI secolo e che nel 1860 erano state modificate con la chiusura di una finestra.
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Appuntamento all’ingresso della chiesa, in Piazza di San Pietro in Vincoli, 4/a.
Durata 1h40 circa.
Costo complessivo 12€ (comprensivo di noleggio auricolari e visita guidata).